In quale altro modo è possibile staccarsi dalla civiltà umana per scoprire una nuova realtà della Montagana? Le ferrate! Una pratica sportiva che sta tra il semplice escursionismo e l'arrampiacata... Un approccio diverso per chi stanco del solito escursionismo cerca quel qualcosa in più ma non si vuole spingere ad uno sport estremo come l'arrampicata. Ecco, con la ferrata si può ripercorrere il corpo della Montagna ed assaporare nuove emozioni....
Questa pagina deve essere un sorta di diario, dove scriverò le ferrate che sono andato a fare. Quindi buona lettura!!!
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La ferrata parte subito con un salto verticale ma la roccia ricca di appigli e fessure permette una progressione divertente. La ferrata svolta poi a sinistra sempre su risalti rocciosi.
Questa pagina deve essere un sorta di diario, dove scriverò le ferrate che sono andato a fare. Quindi buona lettura!!!
SCALA
DIFFICOLTA’ DELLE FERRATE
F = Facile
Ferrata poco esposta, poco impegnativa con lunghi tratti su sentiero.
Ferrata poco esposta, poco impegnativa con lunghi tratti su sentiero.
MD = Media Difficoltà
Ferrata anche lunga ed esposta, ma poco di forza e sempre facilitata dagli infissi posti su di essa.
Ferrata anche lunga ed esposta, ma poco di forza e sempre facilitata dagli infissi posti su di essa.
D = Difficile
Ferrata che supera qualche breve strapiombo, con passaggi atletici, vuoto continuo. Il pericolo (caduta di pietre o altro) viene specificato ogni volta e non aumenta la valutazione della difficoltà, ma del rischio oggettivo.
Ferrata che supera qualche breve strapiombo, con passaggi atletici, vuoto continuo. Il pericolo (caduta di pietre o altro) viene specificato ogni volta e non aumenta la valutazione della difficoltà, ma del rischio oggettivo.
TD = Molto Difficile
Ferrata con passaggi molto acrobatici, tecnici, che richiede forza nelle braccia ed assoluta mancanza di vertigini.
Ferrata con passaggi molto acrobatici, tecnici, che richiede forza nelle braccia ed assoluta mancanza di vertigini.
ED = Estremamente Difficile
A volte riferito ad un solo passaggio volutamente creato ad arte per impegnare sopra ogni immaginazione il frequentatore. In questo caso vi è un segnale di pericolo prima di intraprendere il passaggio e comunque vi è sempre la possibilità di un passaggio alternativo.
A volte riferito ad un solo passaggio volutamente creato ad arte per impegnare sopra ogni immaginazione il frequentatore. In questo caso vi è un segnale di pericolo prima di intraprendere il passaggio e comunque vi è sempre la possibilità di un passaggio alternativo.
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Ferrata Sas Brusai e Guzzella 16-17.04.2011
Siamo in Veneto, nelle Prealpi e più precisamente nei dintorni di Bassano del Grappa, la terra della memoria, questa zona fu’ arsa dalle battaglie della Prima Guerra Mondiale, perforata da buche e trincee che scorrono lungo le pendici dei monti circostanti, qui il sangue della patria fu’ versato per noi!
Numerose sono i ruderi e gli itinerari della memoria, che si possono visitare grazie anche alla manutenzione e ristrutturazione effettuata dall’Associazione Nazionale Alpini.
Da Bassano ci dirigiamo verso Crespano del Grappa e poi seguiamo le indicazioni per la Val San Liberale e ci inoltriamo in essa fino alla fine dove si incontrano due ristoranti con ampio parcheggio.
Le nostre mete per questi due giorni sono il Monte Boccaor e il Monte Grappa!
Primo Giorno: Ferrata Sas Brusai
Ore 10.30; io e il mio amico Denis ci mettiamo in marcia seguendo il sentiero indicato dai cartelli Ferrata Sass Brusai. Il tempo non è dei migliori, variabile tendenzialmente nuvoloso ma sempre meglio che la pioggia!!! L’ampia strada forestale ci conduce tramite i tornanti al secondo bivio, dove se si gira a destra si prosegue con il sentiero n°153 e si arriva sul crinale del M. Boccaor, mentre noi svoltiamo a sinistra (indicato anche dai cartelli). Da qui il sentiero diventa erto, e si introduce tra la boscaglia di carpini e faggi.
Ore 12.00; finalmente il bosco si fa più rado e la visuale diventa più aperta e poco dopo arriviamo all’attacco della ferrata.
Inizio della ferrata |
Attacco della ferrata |
La ferrata parte subito con un salto verticale ma la roccia ricca di appigli e fessure permette una progressione divertente. La ferrata svolta poi a sinistra sempre su risalti rocciosi.
Si prosegue per un attimo su sentiero per poi riprendere di nuovo la ferrata, un bel camino mette in prova subito la nostra aderenza con mani e piedi contro la parete, dopo si passa su una crestina attrezzata e si arriva alla Sella del Candidato (ore 13.40).
Il ponte "Tibetano" |
La ferrata prosegue e si superano le pareti rocciose, fino a superare un balzo roccioso. Dopo alcuni gradoni, proseguendo sul sentiero si arriva ad un bivio, che permette una via di fuga sulla destra per chi si sentisse stanco e prendere cosi la mulattiera; mentre noi giriamo a sinistra e intraprendiamo lo spettacolare ponte tibetano! Da qui ci prepariamo per il pezzo finale della ferrata (da non sottovalutare!!!) e cosi ci approcciamo alla prima parete verticale che la si supera con qualche tecnica facile di arrampicata, poi si arriva su un bel masso roccioso messo li quasi per “riposarsi”!!! Poi da qui in spaccata si cerca di raggiungere l’altra parete rocciosa tenendoci saldi al cavo. Ecco ora l’ultima paretona in verticale, qui gli appigli sono veramente pochi e lo si supera con un grosso sforzo di braccia aiutandoci col cavo.
Mangiamo qualche boccone e si riparte seguendo il sentiero sulla destra, poi arrivati alla forcella si prende sulla sinistra il sentiero n°153 che ci conduce in un’ora e mezza alle macchine.
Secondo Giorno; Ferrata C. Guzzella
Ore 9.00; la mattina seguente siamo pronti per affrontare la Ferrata Guzzella e cosi prendiamo lo stesso sentiero del giorno prima ma al primo bivio svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni della Ferrata. Il sentiero sale tra il bosco e arriviamo ad intercettare il sentiero n°102, da qui proseguiamo ancora dritto, il sentiero si fa sempre più ripido, incominciano ad intravedersi dei massi rocciosi e verso le 10.20 arriviamo all’attacco.
Attacco della ferrata |
Quello che ci troviamo attorno è un paesaggio brullo e aspro, numerose sono le guglie che si slanciano verso il cielo.
Si arriva dopo un bel pezzo di sentiero ad uno spiazzo, qui incomincia il secondo e vero troncone della ferrata, infatti questa, parte subito in diagonale verso sinistra, bisogna tirarsi su con forza di braccia! Si aggira uno spigolo e poi la ferrata prosegue su facili roccette fino a quando la parete si fa più verticale e in diagonale si intraprende con le ultime forze la via.
Poi la ferrata si addolcisce e poco dopo termina questa ferrata, qui si riprende fiato e si gira a sinistra su sentiero e dopo aver attraversato una distesa di Pini mughi si arriva ad un prato erboso con delle buche e una panchina. (ore 12.00) Da qui si ammira il Monte Grappa, terra di dolore, di sangue e di memoria della Grande Guerra.
Vicino alla panchina c’è il cartello che indica il sentiero di ritorno il 151, questo inizialmente tiene la sinistra fino ad arrivare ad un rifugio, poi i cartelli ci indicano di andare a destra, si arriva sulla provinciale, qui a sinistra, la si percorre fino ad imboccare il sentiero sulla destra che per numerosi e infiniti tornanti ci conduce alle macchineTraverso |
Poi la ferrata si addolcisce e poco dopo termina questa ferrata, qui si riprende fiato e si gira a sinistra su sentiero e dopo aver attraversato una distesa di Pini mughi si arriva ad un prato erboso con delle buche e una panchina. (ore 12.00) Da qui si ammira il Monte Grappa, terra di dolore, di sangue e di memoria della Grande Guerra.
I prati alla fine della ferrata |
Ultima paretina verticale |
Difficoltà: MD/D
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Ferrata Favogna 31.03.2012
Oggi si parte in direzione del
Lago di Garda per incominciare il nuovo anno 2012 con delle ferrate di rodaggio
assieme al CAI di Cesena…
Segnaletica inizio sentiero |
Ci dirigiamo verso Salorno (Tn)
e dopo aver passato il paese, posteggiamo le macchine sulla destra della
strada, dove vi è un piccolo cartello indicante il percorso attrezzato.
Dopo 10 minuti circa,
cominciamo a salire sulla destra su piccole roccette, dove si trova anche il
cavo…ma la ferrata non è ancora incominciata.
Ecco che davanti a noi si
presenta un camino e una targa indicante il nome della ferrata Favogna.
Attacchiamo i moschettoni! Siamo pronti!!!
Studiato il camino e cercato
di capire quali fessure fossero più adatte per mani e piedi, superiamo questo passaggio
di 1°grado, che si presenta come quello più difficile di tutta la ferrata, poi
il cavo continua in un canalino e ci conduce al continuo del sentiero alla
nostra sinistra.
Proseguiamo sul sentierino che
ci permette di ammirare l’incontrastante vallata di gustosi vini dell’Adige…
Arriviamo di fronte alla
placca di parete dove sono presenti delle staffe metalliche senza fune per
almeno una decina di metri, quindi ci assicuriamo sulle staffe e con qualche
passaggio facile di arrampicata di 1°grado arriviamo al cavo che ci conduce alla prima
scaletta.
prima scala |
superamento staffe metalliche |
Dopo di che, alla fine di
questa vi è un piccolo salto da fare tra le rocce e la si supera con una
semplice spaccatura. Riprendiamo il sentiero a destra, si scende su una cengia
e da qui riparte una seconda scala, più breve.
dopo la seconda scala |
il sentiero tra prati e boschetto |
La ferrata continua a salire
lungo la parete in un susseguirsi di roccette ma su terreno abbastanza instabile.
Poco dopo il cavo termina e si prosegue sul sentiero che tra boschetto e manto
erboso sale ripidamente. (possiamo dire che è più estenuante questo pezzo di
sentiero che la ferrata, se poi in giornate assolate come queste ricordarsi di
portare tanta acqua!).
Poco prima del "libro" |
Il sentiero sale fino ad
incontrare di nuovo la parete e si tiene la sinistra su una lunga cengia a
tratti esposta, superiamo il balcone roccioso, un po’ levigato, si arriva cosi al
famoso “libro delle firme” della ferrata.
Successivamente superiamo un
passaggio semplice ma esposto che ci permettono di terminare gli ultimi dieci
metri di cavo.
Siamo in cima o quasi ma il
paesaggio è veramente gratificante!
Ci inoltriamo nella foresta e
tramite comodo sentiero ci dirigiamo a valle, una discesa interminabile…che ci
conduce a Roverè della Luna.
Vista sulla Val d'Adige |
Ultimo passaggio |
Difficoltà: F/MD
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Ferrata dell’Amicizia – S.A.T. 01.04.2012
Sopra al rifugio in direzione della ferrata |
Prima placca in diagonale |
Ci troviamo a Riva del Garda,
paradiso del free climbing, della mountain bike e delle ferrate; anche il sole,
l’acqua e gli ulivi fanno da padrona a questo piccolo mondo del mediterraneo
incastonato nelle Alpi del Trentino…
Partiamo dal paese, e
prendiamo il sentiero 404 che ci porta alla Capanna S. Barbara con un
dislivello di circa 450 m. con una tempistica di 1,30h. Qui ci riposiamo.
Riprendiamo il nostro percorso
che parte da dietro il Rifugio(404b), e in mezz’ora arriviamo davanti alle
prime roccette che le si superano senza difficoltà. Si prosegue lungo il
sentiero che a tratti presenta il cavo. Si sale, finalmente la ferrata prende
vita e si supera una prima placca in diagonale, si ritorna però di nuovo sul
sentiero.
Prima scala di 45 metri |
La scala da 70 metri |
Ora si presenta la prima lunga
scala di 45 m. sale ripidamente. Il cavo prosegue e segue il sentiero tra le
rocce, poi si passa su sentiero normale in mezzo alla boscaglia. Siamo arrivati
alla seconda scala di ben 70 metri! Quando sei a metà incominci a pensare, ma reggerà????
La visuale spazia su tutto il
Lago di Garda… fantastico!
Si continua a salire sulla
roccia, e ancora una nuova scala!!! Poi il sentiero prosegue verso destra… si
cammina tra la boscaglia e le rocce, si superano qualche gradone ed infine una
nuova scaletta più corta ci conduce sullo spigolo della cima, aggiriamo a
destra e siamo giunti in cima, dove la bandiera sventola!!!
Poco prima della cima |
L'ultima scaletta |
La cima a 1276 m. |
Ferrata in discesa dopo la cima |
Il ritorno s.418 |
Tira troppo vento per fermarci
e cosi si prosegue scendendo dalla cima dal lato opposto con un piccolo tratto
di ferrata non da sottovalutare, tra placche verticali e spaccature arriviamo
al sentiero.
Ora ci aspetta il ritorno,
tortuoso e ripido fino a Riva del Garda con un dislivello complessivo del giro
di 2400 metri!
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Ferrata R. Pisetta 25.04.2012
Cima Garzolet |
Avvicinamento |
Avvicinamento, ghiaione |
Era da tempo chiuso nel
cassetto e finalmente lo abbiamo aperto…
Con il mio compagno di
avventura Tex abbiamo deciso di intraprendere una grande ferrata, una tra le
più difficili delle Dolomiti, la Ferrata Pisetta in Trentino!
Arriviamo a Sarche, e
provenendo dal Lago di Toblino, lasciamo l’auto di fronte al distributore di
benzina Q8, nel parcheggio del bocciodromo di Sarche (sono presenti sia le
indicazioni del Parcheggio e anche dell’inizio della ferrata ).
Ci avviamo sul sentiero dietro
il bocciodromo, dopo qualche sali e scendi in mezzo al bosco di Pino sylvestre arriviamo
davanti ad un canalone ghiaioso. Si sale ripidamente. Qui bisogna salire con
calma perché altrimenti ci si distrugge le gambe che serviranno dopo!!
Si arriva alla base della
parete, la si costeggia a sinistra e poco dopo si arriva alla base dell’attacco
della ferrata, dove vi è la possibilità fermarsi per imbragarsi.
Dopo aver ammirato gli
interminati campi di vite, ci prepariamo, e studiamo un po’ la parete. La
ferrata parte subito in verticale, e la roccia con i suoi scarsi appigli di
certo non ci aiuta ma è solo l’inizio…
Un amico fidato |
I primi 20 mt. |
Placca verticale |
A questo punto il cavo sale in
verticale, e l’esposizione della parete sembra quasi strapiombante.
Dopo aver superato qualche
diedro e altre placche verticali, troviamo una piccola cengia dove riprendere
fiato. Ma la ferrata non molla!!! Si prosegue lungo il cavo che ora si sposta
verso destra, affrontiamo di nuovo la parete verticale. Tra la forza impiegata
per le braccia, la verticalità della parete, il vuoto immenso sotto ai miei
piedi si scatena dentro di me una strana sensazione mista tra la fatalità e l’eccitazione.
Questa è adrenalina pura!
Superato un canalino molto
stretto, (attenzione agli zaini ingombranti!) arriviamo di fronte al libro
delle firme, e dopo aver cercato di scrivere qualcosa in modo tremolante (che
fatica!!!) si riparte perché la ferrata non è finita!
Traverso |
Placca |
Libro delle firme |
Ora la difficoltà non è più la
parete, che tutto sommato presenta anche abbastanza fessure, ma è la fatica
accumulata a rendere ogni passo lungo un’eternità.
Dopo l’ultima progressione in
verticale, superati gli ultimi diedri il cavo finisce…si prosegue sul sentiero
e si raggiunge una crestina dove è presente un corrimano (è sempre meglio
attaccarsi perché la fatica può giocare brutti scherzi!) e con gli ultimi passi
arriviamo in Cima al Garzolet 970 metri. Lo sforzo è immenso ma la
gratificazione dell’impresa è enorme e cancella tutto!
Dopo aver mangiato qualche
boccone, si parte per la discesa. Ci si dirige verso Nord, tenendo la sinistra
ma ATTENZIONE il sentiero di ritorno non è ben visibile, dovrebbe essere all’incirca
vicino ad uno spiazzo. Circa 10mt dopo la cima. Ma se per caso non riuscite a
vederlo non preoccupatevi (anche a noi è successo di non vederlo) e seguite il
sentiero principale ben visibile. Si scende, si arriva ad uno spiazzo dove vi è
sulla destra una fontana, proseguire diritto e si arriva su una carrozzabile
dove è indicato un cartello con scritto Sarche. Seguire la carrozzabile e
imboccare il sentiero 613. Una lunga mulattiera cementata scende a valle e ci porta a più della metà del
Lago di Toblino, giunti qui tenere la destra e proseguire sulla strada
asfaltata che vi porta a Sarche.
Verso la fine |
In cima |
Difficoltà: ED
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