Diario delle Ferrate



In quale altro modo è possibile staccarsi dalla civiltà umana per scoprire una nuova realtà della Montagana? Le ferrate! Una pratica sportiva che sta tra il semplice escursionismo e l'arrampiacata... Un approccio diverso per chi stanco del solito escursionismo cerca quel qualcosa in più ma non si vuole spingere ad uno sport estremo come l'arrampicata. Ecco, con la ferrata si può ripercorrere il corpo della Montagna ed assaporare nuove emozioni....
Questa pagina deve essere un sorta di diario, dove scriverò le ferrate che sono andato a fare. Quindi buona lettura!!!

 
SCALA DIFFICOLTA’ DELLE FERRATE

F = Facile
Ferrata poco esposta, poco impegnativa con lunghi tratti su sentiero.
MD = Media Difficoltà
Ferrata anche lunga ed esposta, ma poco di forza e sempre facilitata dagli infissi posti su di essa.
D = Difficile
Ferrata che supera qualche breve strapiombo, con passaggi atletici, vuoto continuo. Il pericolo (caduta di pietre o altro) viene specificato ogni volta e non aumenta la valutazione della difficoltà, ma del rischio oggettivo.
TD = Molto Difficile
Ferrata con passaggi molto acrobatici, tecnici, che richiede forza nelle braccia ed assoluta mancanza di vertigini.
ED = Estremamente Difficile
A volte riferito ad un solo passaggio volutamente creato ad arte per impegnare sopra ogni immaginazione il frequentatore. In questo caso vi è un segnale di pericolo prima di intraprendere il passaggio e comunque vi è sempre la possibilità di un passaggio alternativo.

_______________________________________________________________________________


Ferrata Sas Brusai e Guzzella 16-17.04.2011
Siamo in Veneto, nelle Prealpi e più precisamente nei dintorni di Bassano del Grappa, la terra della memoria, questa zona fu’ arsa dalle battaglie della Prima Guerra Mondiale, perforata da buche e trincee che scorrono lungo le pendici dei monti circostanti, qui il sangue della patria fu’ versato per noi!
Numerose sono i ruderi e gli itinerari della memoria, che si possono visitare grazie anche alla manutenzione e ristrutturazione effettuata dall’Associazione Nazionale Alpini.
Da Bassano ci dirigiamo verso Crespano del Grappa e poi seguiamo le indicazioni per la Val San Liberale e ci inoltriamo in essa fino alla fine dove si incontrano due ristoranti con ampio parcheggio.
Le nostre mete per questi due giorni sono il Monte Boccaor e il Monte Grappa!

Primo Giorno: Ferrata Sas Brusai
Ore 10.30; io e il mio amico Denis ci mettiamo in marcia seguendo il sentiero indicato dai cartelli Ferrata Sass Brusai. Il tempo non è dei migliori, variabile tendenzialmente nuvoloso ma sempre meglio che la pioggia!!! L’ampia strada forestale ci conduce tramite i tornanti al secondo bivio, dove se si gira a destra si prosegue con il sentiero n°153 e si arriva sul crinale del M. Boccaor, mentre noi svoltiamo a sinistra (indicato anche dai cartelli). Da qui il sentiero diventa erto, e si introduce tra la boscaglia di carpini e faggi.
Ore 12.00; finalmente il bosco si fa più rado e la visuale diventa più aperta e poco dopo arriviamo all’attacco della ferrata.
Inizio della ferrata

Attacco della ferrata

















La ferrata parte subito con un salto verticale ma la roccia ricca di appigli e fessure permette una progressione divertente. La ferrata svolta poi a sinistra sempre su risalti rocciosi.
Si prosegue per un attimo su sentiero per poi riprendere di nuovo la ferrata, un bel camino mette in prova subito la nostra aderenza con mani e piedi contro la parete, dopo si passa su una crestina attrezzata e si arriva alla Sella del Candidato (ore 13.40).
Il ponte "Tibetano"
La ferrata prosegue e si superano le pareti rocciose, fino a superare un balzo roccioso. Dopo alcuni gradoni, proseguendo sul sentiero si arriva ad un bivio, che permette una via di fuga sulla destra per chi si sentisse stanco e prendere cosi la mulattiera; mentre noi giriamo a sinistra e intraprendiamo lo spettacolare ponte tibetano! Da qui ci prepariamo per il pezzo finale della ferrata  (da non sottovalutare!!!) e cosi ci approcciamo alla prima parete verticale che la si supera con qualche tecnica facile di arrampicata, poi si arriva su un bel masso roccioso messo li quasi per “riposarsi”!!! Poi da qui in spaccata si cerca di raggiungere l’altra parete rocciosa tenendoci saldi al cavo. Ecco ora l’ultima paretona in verticale, qui gli appigli sono veramente pochi e lo si supera con un grosso sforzo di braccia aiutandoci col cavo.
Ultimo pezzo della ferrata
Siamo arrivati sul Monte Boccaor 1532mt. Ore 15.00.
Mangiamo qualche boccone e si riparte seguendo il sentiero sulla destra, poi arrivati alla forcella si prende sulla sinistra il sentiero n°153 che ci conduce in un’ora e mezza alle macchine.
Secondo Giorno; Ferrata C. Guzzella

Ore 9.00; la mattina seguente siamo pronti per affrontare la Ferrata Guzzella e cosi prendiamo lo stesso sentiero del giorno prima ma al primo bivio svoltiamo a sinistra seguendo le indicazioni della Ferrata. Il sentiero sale tra il bosco e arriviamo ad intercettare il sentiero n°102, da qui proseguiamo ancora dritto, il sentiero si fa sempre più ripido, incominciano ad intravedersi dei massi rocciosi e verso le 10.20 arriviamo all’attacco.

 
Attacco della ferrata
Saliamo lungo la parete rocciosa che si mostra ben attrezzata, dopo alcuni passaggi finisce questa prima parte. (attenzione al terreno roccioso sdrucciolevole, occhio ai sassi che possono cadere!!!) Si sale sul sentiero, poi ricomincia a tratti la ferrata per poi interrompersi di nuovo… Si attraversano qualche crestine attrezzate e non.

 


Quello che ci troviamo attorno è un paesaggio brullo e aspro, numerose sono le guglie che si slanciano verso il cielo.
Si arriva dopo un bel pezzo di sentiero ad uno spiazzo, qui incomincia il secondo e vero troncone della ferrata, infatti questa, parte subito in diagonale verso sinistra, bisogna tirarsi su con forza di braccia! Si aggira uno spigolo e poi la ferrata prosegue su facili roccette fino a quando la parete si fa più verticale e in diagonale si intraprende con le ultime forze la via.

Traverso




 Poi la ferrata si addolcisce e poco dopo termina questa ferrata, qui si riprende fiato e si gira a sinistra su sentiero e dopo aver attraversato una distesa di Pini mughi si arriva ad un prato erboso con delle buche e una panchina. (ore 12.00) Da qui si ammira il Monte Grappa, terra di dolore, di sangue e di memoria della Grande Guerra.
Vicino alla panchina c’è il cartello che indica il sentiero di ritorno il 151, questo inizialmente tiene la sinistra fino ad arrivare ad un rifugio, poi i cartelli ci indicano di andare a destra, si arriva sulla provinciale, qui a sinistra, la si percorre fino ad imboccare il sentiero sulla destra che per numerosi e infiniti tornanti ci conduce alle macchine

I prati alla fine della ferrata

Ultima paretina verticale














Difficoltà: MD/D
_______________________________________________________________________________




Ferrata Favogna  31.03.2012


Oggi si parte in direzione del Lago di Garda per incominciare il nuovo anno 2012 con delle ferrate di rodaggio assieme al CAI di Cesena…
Segnaletica inizio sentiero
Ci dirigiamo verso Salorno (Tn) e dopo aver passato il paese, posteggiamo le macchine sulla destra della strada, dove vi è un piccolo cartello indicante il percorso attrezzato.
Dopo 10 minuti circa, cominciamo a salire sulla destra su piccole roccette, dove si trova anche il cavo…ma la ferrata non è ancora incominciata.
Ecco che davanti a noi si presenta un camino e una targa indicante il nome della ferrata Favogna. Attacchiamo i moschettoni! Siamo pronti!!!
Studiato il camino e cercato di capire quali fessure fossero più adatte per mani e piedi, superiamo questo passaggio di 1°grado, che si presenta come quello più difficile di tutta la ferrata, poi il cavo continua in un canalino e ci conduce al continuo del sentiero alla nostra sinistra.
Proseguiamo sul sentierino che ci permette di ammirare l’incontrastante vallata di gustosi vini dell’Adige…
Arriviamo di fronte alla placca di parete dove sono presenti delle staffe metalliche senza fune per almeno una decina di metri, quindi ci assicuriamo sulle staffe e con qualche passaggio facile di arrampicata di 1°grado  arriviamo al cavo che ci conduce alla prima scaletta.

prima scala




superamento staffe metalliche















Dopo di che, alla fine di questa vi è un piccolo salto da fare tra le rocce e la si supera con una semplice spaccatura. Riprendiamo il sentiero a destra, si scende su una cengia e da qui riparte una seconda scala, più breve.
dopo la seconda scala
il sentiero tra prati e boschetto

La ferrata continua a salire lungo la parete in un susseguirsi di roccette ma su terreno abbastanza instabile. Poco dopo il cavo termina e si prosegue sul sentiero che tra boschetto e manto erboso sale ripidamente. (possiamo dire che è più estenuante questo pezzo di sentiero che la ferrata, se poi in giornate assolate come queste ricordarsi di portare tanta acqua!).



Poco prima del "libro"





















Il sentiero sale fino ad incontrare di nuovo la parete e si tiene la sinistra su una lunga cengia a tratti esposta, superiamo il balcone roccioso, un po’ levigato, si arriva cosi al famoso “libro delle firme” della ferrata.
Successivamente superiamo un passaggio semplice ma esposto che ci permettono di terminare gli ultimi dieci metri di cavo.
Siamo in cima o quasi ma il paesaggio è veramente gratificante!
Ci inoltriamo nella foresta e tramite comodo sentiero ci dirigiamo a valle, una discesa interminabile…che ci conduce a Roverè della Luna.

Vista sulla Val d'Adige
Ultimo passaggio


















Difficoltà: F/MD
________________________________________________________________________




Ferrata dell’Amicizia – S.A.T. 01.04.2012

 
Sopra al rifugio in direzione della ferrata
Prima placca in diagonale




Ci troviamo a Riva del Garda, paradiso del free climbing, della mountain bike e delle ferrate; anche il sole, l’acqua e gli ulivi fanno da padrona a questo piccolo mondo del mediterraneo incastonato nelle Alpi del Trentino…
Partiamo dal paese, e prendiamo il sentiero 404 che ci porta alla Capanna S. Barbara con un dislivello di circa 450 m. con una tempistica di 1,30h. Qui ci riposiamo.
Riprendiamo il nostro percorso che parte da dietro il Rifugio(404b), e in mezz’ora arriviamo davanti alle prime roccette che le si superano senza difficoltà. Si prosegue lungo il sentiero che a tratti presenta il cavo. Si sale, finalmente la ferrata prende vita e si supera una prima placca in diagonale, si ritorna però di nuovo sul sentiero.

Prima scala di 45 metri
La scala da 70 metri




















Ora si presenta la prima lunga scala di 45 m. sale ripidamente. Il cavo prosegue e segue il sentiero tra le rocce, poi si passa su sentiero normale in mezzo alla boscaglia. Siamo arrivati alla seconda scala di ben 70 metri! Quando sei a metà incominci a pensare, ma reggerà????
La visuale spazia su tutto il Lago di Garda… fantastico!
Si continua a salire sulla roccia, e ancora una nuova scala!!! Poi il sentiero prosegue verso destra… si cammina tra la boscaglia e le rocce, si superano qualche gradone ed infine una nuova scaletta più corta ci conduce sullo spigolo della cima, aggiriamo a destra e siamo giunti in cima, dove la bandiera sventola!!!

Poco prima della cima
L'ultima scaletta
La cima a 1276 m.












Ferrata in discesa dopo la cima
Il ritorno s.418



















Tira troppo vento per fermarci e cosi si prosegue scendendo dalla cima dal lato opposto con un piccolo tratto di ferrata non da sottovalutare, tra placche verticali e spaccature arriviamo al sentiero.
Ora ci aspetta il ritorno, tortuoso e ripido fino a Riva del Garda con un dislivello complessivo del giro di 2400 metri! 


 Difficoltà: F/MD


_________________________________________________________



Ferrata R. Pisetta 25.04.2012

Cima Garzolet

Avvicinamento



















Avvicinamento, ghiaione
Era da tempo chiuso nel cassetto e finalmente lo abbiamo aperto…
Con il mio compagno di avventura Tex abbiamo deciso di intraprendere una grande ferrata, una tra le più difficili delle Dolomiti, la Ferrata Pisetta in Trentino!
Arriviamo a Sarche, e provenendo dal Lago di Toblino, lasciamo l’auto di fronte al distributore di benzina Q8, nel parcheggio del bocciodromo di Sarche (sono presenti sia le indicazioni del Parcheggio e anche dell’inizio della ferrata ).
Ci avviamo sul sentiero dietro il bocciodromo, dopo qualche sali e scendi in mezzo al bosco di Pino sylvestre arriviamo davanti ad un canalone ghiaioso. Si sale ripidamente. Qui bisogna salire con calma perché altrimenti ci si distrugge le gambe che serviranno dopo!!
Si arriva alla base della parete, la si costeggia a sinistra e poco dopo si arriva alla base dell’attacco della ferrata, dove vi è la possibilità fermarsi per imbragarsi.
Dopo aver ammirato gli interminati campi di vite, ci prepariamo, e studiamo un po’ la parete. La ferrata parte subito in verticale, e la roccia con i suoi scarsi appigli di certo non ci aiuta ma è solo l’inizio…

Un amico fidato
I primi 20 mt.



















Placca verticale
 Dopo aver superato i primi 20 metri, il cavo prosegue sempre a sinistra, superiamo una lunga placca verticale e in parte in aderenza e in parte con forza di braccia arriviamo ad un traverso a sinistra.  Cerchiamo di riposare quel minimo le braccia e ci mettiamo in sicurezza con il cordino di sosta.
A questo punto il cavo sale in verticale, e l’esposizione della parete sembra quasi strapiombante.
Dopo aver superato qualche diedro e altre placche verticali, troviamo una piccola cengia dove riprendere fiato. Ma la ferrata non molla!!! Si prosegue lungo il cavo che ora si sposta verso destra, affrontiamo di nuovo la parete verticale. Tra la forza impiegata per le braccia, la verticalità della parete, il vuoto immenso sotto ai miei piedi si scatena dentro di me una strana sensazione mista tra la fatalità e l’eccitazione. Questa è adrenalina pura!
Superato un canalino molto stretto, (attenzione agli zaini ingombranti!) arriviamo di fronte al libro delle firme, e dopo aver cercato di scrivere qualcosa in modo tremolante (che fatica!!!) si riparte perché la ferrata non è finita!
Traverso
Placca



















Libro delle firme
Ora la difficoltà non è più la parete, che tutto sommato presenta anche abbastanza fessure, ma è la fatica accumulata a rendere ogni passo lungo un’eternità.
Dopo l’ultima progressione in verticale, superati gli ultimi diedri il cavo finisce…si prosegue sul sentiero e si raggiunge una crestina dove è presente un corrimano (è sempre meglio attaccarsi perché la fatica può giocare brutti scherzi!) e con gli ultimi passi arriviamo in Cima al Garzolet 970 metri. Lo sforzo è immenso ma la gratificazione dell’impresa è enorme e cancella tutto!
Dopo aver mangiato qualche boccone, si parte per la discesa. Ci si dirige verso Nord, tenendo la sinistra ma ATTENZIONE il sentiero di ritorno non è ben visibile, dovrebbe essere all’incirca vicino ad uno spiazzo. Circa 10mt dopo la cima. Ma se per caso non riuscite a vederlo non preoccupatevi (anche a noi è successo di non vederlo) e seguite il sentiero principale ben visibile. Si scende, si arriva ad uno spiazzo dove vi è sulla destra una fontana, proseguire diritto e si arriva su una carrozzabile dove è indicato un cartello con scritto Sarche. Seguire la carrozzabile e imboccare il sentiero 613. Una lunga mulattiera cementata  scende a valle e ci porta a più della metà del Lago di Toblino, giunti qui tenere la destra e proseguire sulla strada asfaltata che vi porta a Sarche.


Verso la fine

In cima



















Difficoltà: ED 







_______________________________________________________

Nessun commento:

Posta un commento